Dolby Atmos e Home Theater: facciamo chiarezza

In questo articolo affronteremo la spinosa tematica del Dolby Atmos e vedremo insieme quanto convenga configurarlo nella propria sala cinema domestica. Si tratta di una tecnologia audio surround sviluppata nel 2012 dalla società americana Dolby Laboratories, la quale ha introdotto il nuovo concetto di audio a oggetti. Ciò che infatti differenzia ilDolby Atmos dalle precedenti tecnologie in campo audio è la disposizione, durante la fase di produzione, di oggetti corrispondenti a specifici suoni all’interno di uno spazio tridimensionale che, grazie al loro continuo spostamento, creano un incredibile realismo acustico. Con il Dolby Atmos il suono non proviene solamente dal perimetro della stanza e orizzontalmente rispetto al punto di ascolto ma, al contrario, arriva all’ascoltatore anche dall’alto, creando un effetto molto più simile a quello dei suoni reali. Immaginate, per esempio, la sensazione di ascoltare lo scroscio della pioggia o il rumore di un elicottero provenienti da diffusori a soffitto, anziché da casse laterali!

ESEMPIO

Inoltre se in precedenza i suoni venivano assegnati ad un canale, ovvero un diffusore, il Dolby Atmos si basa su oggetti sonori e gruppi di oggetti (fino a 128 simultaneamente!) che vengono collocati nello spazio in maniera dinamica. In questo modo è come se tutti i suoni risultassero inseriti all’interno di una sorta di sfera di ascolto e si muovessero su assi cartesiani x, y e z grazie all’utilizzo di metadati.

Tramite un algoritmo creato dallaDolby Laboratories,tutti i suoni vengono opportunamente indirizzati dal processore ai diversi diffusori presenti all’interno della sala, sulla base del loro numero e posizionamento.

Va detto che la Dolby non è stata l’unica azienda a creare un formato audio “3D”; sul mercato esistono anche l’Auro3D e il DTS:X i quali, però, non hanno riscosso lo stesso successo del Dolby Atmos, quantomeno non nel campo dell’home cinema. Il motivo, come si sa, va aldilà di un fattore puramente tecnico, dal momento che in molti casi è il mercato a farla da padrone. La Dolby, rispetto ai suoi concorrenti, vanta infatti un numero di titoli maggiori e gode di accordi migliori con le case cinematografiche. Dunque un caso simile a quello del l'HD DVDsuperato dal Blu-Ray, anche se, per quanto riguarda l’Auro3D e DTS:X, ancora non si può dire che questi siano fuori dai giochi.

MA CHE DIFFERENZE CI SONO TRA IL DOLBY ATMOS, AURO 3D E DTS: X ?

A differenza del Dolby Atmos e del DTS:X, l’Auro 3D, presentato nel 2010, è un sistema basato su canali “alla vecchia maniera”, anziché sulla gestione degli oggetti; i canali vengono quindi assegnati in fase di produzione e non calcolati di volta in volta dalla sorgente o dal sintoamplificatore.Questo tipo di tecnologia (PCM) fu concepita negli anni 30 e, in pratica, trasforma un segnale analogico in digitale mantenendone inalterata la qualità. Come si vede nell’esempio sotto, gli altoparlanti vengono generalmente disposti come fosse un doppio 5.1.

Alcuni clienti chiedono se è possibile progettare sistemi audio che si adattino sia al Dolby Atmos che all’Auro 3D; secondo noi questo non è realizzabile, dal momento che la disposizione dei diffusori risulta essere troppo diversa.

Passando al DTS: X introdotto nel 2015, possiamo invece dire che, rispetto al Dolby Atmos, ha seguito un percorso opposto: se il Dolby Atmos è infatti stato creato per il cinema e solo successivamente impiegato nell’home theater, il DTS: X, nato per l’uso esclusivamente “casalingo”, ha visto poi la sua introduzione anche in alcuni cinema.

Come il Dolby Atmos, il DTS: X si basa su oggetti che si muovono in uno spazio 3D e, proprio per questo, è possibile sfruttare entrambe le codifiche all’interno dello stesso impianto home cinema. In effetti sono molto simili e il DTS:X si differenzia dal Dolby Atmos solo per una maggiore flessibilità nella collocazione dei diffusori all’interno dell’ambiente, dal momento che non necessitano di uno specifico posizionamento; è infatti il processore a rilevare automaticamente le posizioni (sino a 32 posizioni!) dei diffusori nella sala e ad effettuarne la giusta calibrazione, arrivando a supportare fino a 11 canali e due sub woofer.

Da un punto di vista prettamente tecnico il DTS: X può arrivare ad avere un bit-rate, ovvero unavelocità di trasmissione, superiore rispetto al Dolby Atmos. Questo può portare a pensare che il DTS: X sia migliore e, di fatto, a livello teorico lo è. Tuttavia, test effettuati hanno dimostrato che nessun ascoltatore è in grado di distinguere con certezza le due codifiche, pertanto, la maggiore compressione del Dolby Atmos non sembra determinante nella scelta di una codifica piuttosto che dell’altra.

ESEMPIO POSIZIONAMENTO DIFFUSORI DTS: X

Questo è un semplice esempio ma, come abbiamo accennato, le configurazioni possono essere moltissime.

Tornando al Dolby Atmos, illustriamo di seguito come poterlo utilizzare al meglio, in modo da esaltarne le qualità e renderlo il più possibile godibile. Il miglior posizionamento, consigliato dalla stessaDolby Laboratories, è quello riportato nell’immagine qui sotto, di cui potete trovare un esempio fedelmente riprodotto nella nostra salahome cinemademo, presso lo showroomElysium a Busto Arsizio (VA).

L’esempio riportato mostra un impianto 7.2.4 che, a nostro avviso, rappresenta la miglioreconfigurazione dal punto di vista del rapporto qualità, prezzo e quantità di diffusori.

Configurazioni superiori, normalmente impiegate in spazi molto ampi, richiedono processori molto più sofisticati e di conseguenza più costosi, come per esempio Trinnov Audio.

Quando invece, per ragioni diverse, non è possibile installare diffusori a soffitto, è possibile ricorrere a soluzioni alternative comunque interessanti. La più semplice consiste nello sfruttare la superficie del soffitto come una sorta di specchio che, grazie all’inclinazione di specifici altoparlanti posizionati sopra le casse frontali, fa rimbalzare le onde sonore in direzione dell’ascoltatore, dandogli così l’impressione che il suono provenga dall’alto.

Esistono casse audio che nascono già con questa predisposizione (Fig1); mentre alcuni marchioffrono la possibilità di acquistare separatamente speaker specifici da posizionare sopra i diffusori (fig2).

Si tratta però, secondo il nostro parere, di soluzioni posticce che non raccomanderemmo se non in alcuni particolari casi.

Fatte tutte queste considerazioni, possiamo dire che il Dolby Atmos rappresenta una vera e propria rivoluzione nel campo dell’audio/video, il cui impiego non si limita agli usi cinematografici ma trova largo spazio anche nei videogiochi, nella rappresentazione di concerti e di recente anche nelle serie tv.

Quindi vale veramente la pena averlo nella propria sala home theater? Assolutamente sì!!!